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Bondeno, il Consiglio comunale dice no all’ampliamento dell’allevamento di suini di Zerbinate

6 Dicembre 2024

(Shutterstock.com)

Era ampiamente previsto già prima della seduta di Consiglio ma ora è divenuto ufficiale

Era ampiamente previsto già prima della seduta di Consiglio, ma ora è divenuto ufficiale. Con una larga e trasversale maggioranza di 13 voti contrari, il consiglio Comunale di Bondeno nella seduta di giovedì 5 dicembre ha nuovamente rigettato l’ampliamento dell’impianto di suini di Zerbinate della Società Agricola Biopig Italia, votando contro la variante urbanistica.

A votare contro sono stati i consiglieri dei gruppi E Avanti, Lega, Civica per Saletti-Vincenzi, Fratelli d’Italia, Bondeno in Testa e Partito Democratico. L’unico voto di assenso è invece venuto da Davide Verri dell’omonima lista civica. I sei gruppi consiliari che in maniera compatta hanno votato contro l’ampliamento lo hanno fatto mediante una dichiarazione di voto congiunta, letta da Gino Alberghini: «Il Comune ha l’autorità di decidere sul governo del territorio, e proprio per questo il nostro voto contrario serve a tutelare il paesaggio nelle sue caratteristiche ambientali e i territori agricoli con le rispettive capacità produttive. Il vigente Piano Regolatore prevede che nell’area in oggetto si possano insediare solo piccoli allevamenti – ha proseguito Alberghini –, mentre con l’ampliamento si arriverebbe a un indice di 84 quintali di peso vivo per ettaro, caratterizzando quindi un impianto di tipo intensivo. L’ampliamento comporterebbe poi impatti negativi in termini di qualità dell’aria e di emissioni. In ultimo – ha concluso il consigliere – sono emerse forti perplessità anche in merito agli interventi di consolidamento strutturale che la ditta dovrebbe effettuare su tre ponti del territorio».

Dunque, un diniego motivato da molte premesse, che ha visto concorde anche la minoranza rappresentata da Tommaso Corradi: «Andiamo oltre i pareri tecnici e diamo anzi una visione più ampia sul progetto da un punto di vista politico e di governo. Il nuovo impianto sorgerebbe a 3km in linea d’aria da Stellata e dal Po, luoghi peraltro centrali anche da un punto di vista turistico. Sarebbe comunque stato auspicabile – ha concluso Corradi – un maggiore confronto all’inizio dell’iter progettuale, così da evitare queste lungaggini che ci hanno portato a rivotare a 17 mesi di distanza dal primo “no”».

Parole che hanno trovato risposta nella voce del primo cittadino, Simone Saletti: «Non siamo qui per un’assenza di confronto, ma soltanto perché a seguito di legittimo ricorso il Tar ha annullato la nostra prima delibera, che già esprimeva contrarietà. Negli ultimi dieci anni sono stati almeno una quindicina i tentati insediamenti di aziende che ci ponevano seri dubbi sull’impatto ambientale: li abbiamo stoppati tutti. Perciò, bisogna tenere ben separati l’iter burocratico, che l’azienda aveva tutto  il diritto di fare, con quello politico su cui oggi siamo tutti pienamente concordi. Ora l’auspicio è che la Regione in sede di Conferenza dei servizi ascolti il forte parere proveniente dal territorio».

Davide Verri è invece stato l’unico a votare favorevolmente, come già avvenuto nel luglio del 2023: «La proposta è sostanzialmente la stessa dell’altra volta, perciò tecnicamente è corretta e nulla osta alla sua approvazione. Non è la prima volta che il consiglio adotta varianti al Piano regolatore, e non sarebbe l’unica azienda impattante in termini di odori. Mi auguro che la Regione tenga conto del parere del Comune solo fino a un certo punto, visto che abbiamo mostrato incertezza sulla questione».

“No al biogas in via Catena”. In municipio scatta il sit-in

Vigarano, giovedì alle 18,30 l’opposizione ha organizzato una protesta “Contrari all’autorizzazione di un nuovo impianto sul nostro territorio”.

"No al biogas in via Catena". In municipio scatta il sit-in

’assemblea dell’opposizione ha fatto registrare il tutto esaurito

Hanno deciso di far sentire la loro voce i cittadini di Vigarano per dire ‘No’ alla nuova centrale a biometano a Vigarano. Giovedì prossimo alle 18.30 hanno organizzato un sit davanti al Municipio per gridare la loro contrarietà “all’autorizzazione per l’insediamento di un nuovo impianto nel territorio”. I progetti indicano che dovrebbe sorgere in via Catena, al confine con il comune di Ferrara. E’ iniziato l’iter della ditta che ha chiesto i permessi. Le lista civiche di minoranza ViviAmo Vigarano e Costruiamo il futuro con te hanno espresso un parere trinciante e hanno organizzato incontri, confronti e anche una raccolta…continua su:

https://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/no-al-biogas-in-via-catena-in-municipio-scatta-il-sit-in-323000c7

Vigarano (FE). Anche il PD chiede di fermare la centrale biometano...

continua su: https://www.estense.com/2024/1093913/vigarano-anche-il-pd-chiede-di-fermare-la-centrale-biometano/

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Biogas, c’è una richiesta: “La comunità va tutelata”

Vigarano, a breve partirà la conferenza dei servizi per un impianto in via Catena. Il sindaco: “Valuteremo gli aspetti ambientali per salvaguardare i residenti”.

Biogas, c’è una richiesta: "La comunità va tutelata"

La giunta valuterà con attenzione l’iter di approvazione dell’impianto a biogas

Arriva in Municipio la richiesta per costruire una nuova centrale a biometano a Vigarano Mainarda, in via Catena, al confine con il comune di Ferrara. E’ stato inviato martedì scorso da Arpae, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell’Emilia-Romagna, all’ufficio protocollo comunale, l’invito a partecipare alla Conferenza dei servizi. E’ lo stesso sindaco Davide Bergamini a darne comunicazione: “Informiamo la cittadinanza della richiesta ricevuta in questi giorni – dice – parteciperemo all’incontro per esaminare la domanda di realizzazione e valutarne le criticità”. Da qui la novità che esiste, da parte di un’azienda privata, “Un domanda di insediamento di una centrale a biometano nella zona di vaia Catena”. “L’Amministrazione comunale analizzerà attentamente questa richiesta – assicura il sindaco – e parteciperà alla Conferenza dei Servizi come previsto dalla normativa vigente”. È importante sottolineare che l’intero procedimento amministrativo, compreso l’eventuale rilascio dell’autorizzazione, è di competenza di Arpae a seguito di un confronto con i soggetti ed enti interessati. “Abbiamo ritenuto fondamentale informare immediatamente la cittadinanza, consapevoli del grande interesse che suscita questo tipo di insediamento – sottolinea il sindaco -. In questo modo, intendiamo dare un segnale chiaro di discontinuità rispetto alle passate amministrazioni, con la massima trasparenza e attenzione alle istanze della popolazione. Parteciperemo attivamente ad ogni fase del procedimento – assicura Bergamini – con l’obiettivo primario di tutelare e salvaguardare il benessere della nostra cittadinanza e del territorio”. “In questi tre anni abbiamo dimostrato con i fatti di essere attenti e molto scrupolosi nell’esaminare gli aspetti ambientali e sanitari del territorio – aggiunge l’assessore all’ambiente Francesca Lambertini – e abbiamo tutta l’intenzione di continuare con la medesima determinazione. Esamineremo il progetto e tutta la documentazione insieme con i nostri uffici per valutare le criticità a garanzia della nostra Comunità”. L’iter è appena iniziato. “Questo ovviamente è solo un primo incontro – conclude il sindaco – dove il comune, coinvolto direttamente da Arpae, è obbligato a partecipare. Cercheremo di capire se ci sono delle criticità, per valutare con attenzione ogni passaggio, tenendo in considerazione sia l’aspetto legato alla produzione di biometano e sia l’aspetto di impatto sul territorio”.

Continua su:https://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/biogas-ce-una-richiesta-la-comunita-va-tutelata-c9bdef82

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documento che abbiamo inviato ad ARPAE e ai componenti conferenza servizio per il  digestore Jolanda

Bregoli Andrea 

Arpae Ferrara Via Bologna, 534 44124 Ferrara. aoofe@cert.arpa.emr.it
Igiene Pubblica Via Boccacanale di Santo Stefano, 14 – Ferrara – 44121 dirdsp@pec.ausl.fe.it
pc Gruppo Carabinieri Forestale Via Carmine della Sala. 44122 Ferrara (FE) ffe42945@pec.carabinieri.it
Pc Alla sindaca Elisa Trombin Piazza Unità D’Italia 44037 Jolanda di Savoia pec@cert-comune-jolandadisavoia-fe.it
Pc Al Sindaco Mirko Perelli Piazza Italia 32 44039 loc Tresigallo  comune.tresignana@cert.comune.tresignana.fe.it
Pc Al Sindaco Fabrizio Pagnoni via Roma, 28 44034 Copparo (FE) comune.copparo@cert.comune.copparo.fe.it
Pianura di Ferrara Via Borgo dei Leoni, 28 44121 FERRARA posta.certificata@pec.bonificaferrara.it
Vigili del fuoco  so.emiliaromagna@vigilfuoco.it

Oggetto: Richiesta di esprimere parere contrario alla realizzazione di un digestore presso  l’allevamento di Bonifiche Ferraresi della ditta Bio Energy Agricolture s.r.l. 

Premessa: un po’ di storia ovvero…il nostro territorio un luogo malsano come è stato possibile ? Abbiamo una concentrazione in 5,4 kilometri quadrati di molteplici impianti di seguito indicati (confini del comune di Jolanda di Savoia con Tresignana e Copparo) 

Discarica Crispa 

Il Polo Crispa è un sito polivalente di trattamento dei rifiuti urbani e speciali, attivo dal 1986, sito in  via Gran Linea 12, località Crispa Nuova, Comune di Jolanda di Savoia gestito da AREA impianti .  In 37 anni prima con i disastri economici, legati a investimenti azzardati , poi un alternarsi di  bonifiche ambientali per contrastare l’inquinamento le problematiche ambientali che l’impianto ha  creato. 

La discarica Crispa doveva essere chiusa negli anni 90 hanno continuato per ben 37 anni . I cittadini  di Jolanda, Tresignana (Brazzolo) Copparo (Ambrogio) hanno pagato un tributo in termini di salute  notevole con un aumento spropositato di tumori (in via Bonfieni almeno 25 in pochi anni ) ,  problematiche cognitive dei bambini , problemi respiratori e cardiovascolari. 

Il Polo è stato classificato dall’Azienda USL di Ferrara, ai sensi del D.M. 05/09/1994, industria insalubre di I classe. L’ex Sindaco di Iolanda lo considerava un fiore all’occhiello del comune.  Nella relazione generale del Piano di gestione dei rifiuti e per la bonifica delle aree inquinate a pag  173 si dichiara la fine dei conferimenti dicembre 2023. Il 27 dicembre 2023 AREA impianti 

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acquista 9 ettari di terreno da BF alla modica cifra di  

962.210,00 per costruire una nuova discarica . Il comune di Jolanda prontamente rimuove tutti i  vincoli che gravano su quel terreno .Al momento è stato inviato un esposto alla corte dei conti per  danno erariale per le problematiche ambientali che quel terreno presenta . 

Digestore Formignana con autorizzazione Unica P.G. n. 44808 del 07.06.2012, rilasciata dalla  Provincia di Ferrara, alla realizzazione e all’esercizio di un impianto di produzione di energia  elettrica da fonti rinnovabili (biogas) ubicato nel Comune di Formignana (FE), Via Traversa Ponte Assa . Il 17/03/2016 una modifica non sostanziale autorizza l’uso effluenti zootecnici L’impianto  utilizza prevalentemente pollina e mais ceroso . Ma è soprattutto la distribuzione del digestato che  crea problemi odorigini, presenza di salmonelle, botulino e problemi di bioressitenza . Le  distribuzioni sono di solito incontrollate . 1l 27 giugno 2023 viene segnalata la distribuzione di  digestato nel lago di Brazzolo oasi natura 2000 . Il 10 maggio 2024 viene segnalata la distribuzione  su culture in atto utilizzando il gettone e ovviamente non interrato come prescrive il regolamento  regionale . Ma nonostante la documentazione fotografica cogente e l’intervento di GEV i tecnici  ARPAE non trovano nessuna corrispondenza nei primi 150 metri dal digestore . Peccato fossero  nei successivi. Il digestato non è un ammendante , viene distribuito in quantità ingenti anche se la  nostra zona e sensibili ai nitrati. Più passaggi nello stesso terreno sono la modalità ricorrente e alla  prima pioggia finisce nei canali . Il digestato non è riconducibile a un “prodotto fertilizzante” come  stabilito dal DLgs 75/2010. Purtroppo non c’è una normativa specifica di riferimento per l’uso  agronomico per la maggior parte selvaggio e incompatibile con una agricoltura rigenerativa che  salvaguardia l’ecosistema terreno. 

Allevamento Bovini Bonifiche Ferraresi ovvero “zootecnica 4.0” Il 2 agosto 2016 Società  Bonifiche Ferraresi spa Società agricola con sede legale in comune di Jolanda di Savoia, via Cavicchini n. 2, viene autorizzato un impianto di allevamento bovini . 

Attualmente sono presenti circa 5000 capi . L’08/09/2022 non è stato concesso l’ampliamento  dell’attività esistente di allevamento da 5000 capi a 10000. Questo allevamento ha prodotto e  produce emissioni odorigene inquinanti , produce una quantità enorme di metano potente gas serra  e fino a pochi mesi fa quantità enormi di ammoniaca da provocare seri problemi respiratori a  numerosi cittadini di cui si può documentare l’accesso al pronto soccorso . Di questo impianto  nonostante numerosi accessi agli atti al comune di Jolanda e il ricorso al difensore civico non sono  stati forniti documenti tecnici , verbali di visite ispettive e verbali di analisi di acque del vicino  canale .Sono state inviate ad AUSL e ARPAE segnalazioni di sversamenti al Zaffo .(lettera morta ). 

Allevamento intensivo Zarattini (3000000 di polli ) 1l 17 luglio 2017 viene autorizzato  l’impianto di allevamento polli di Zarattini Stefano (rigorosamnete al confine con Tresignana). per  una potenzialità massima pari a posti pollame 243.726. L’11 marzo 2019 ampliamento  dell’allevamento avicolo di polli da carne di 358.741 capi . Attualmente la capacità produttiva  massima di 602.467 capi/ciclo per 5,5-6 cicli/anno. Il 22/03/2022 la conferenza di servizio non  approva la richiesta di soprassedere all’istallazione di barriere verdi /siepi sia per attenuare i rumori  , ma nostro avviso fermare le polveri che si diffondono copiosamente nelle case vicine ad ora  nessuna barriera istallata anche se le visite ispettive dichiarano il contrario .L’impianto produce  emissioni inquinate che rendono l’aria irrespirabile per circa 218 giorni all’anno ampiamente  segnalate. Anche in questo caso nessun intervento delle istituzioni 

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Impianto di compostaggio Copparo fianco Crispa, Nel 2019 viene approvato il nuovo impianto di compostaggio e produzione metano nell’area adiacente alla  discarica CRISPA attualmente in costruzione , in un’area di circa 11 ha L’impianto in progetto  prevede due linee di processo principali produttive, che avranno luogo in due aree funzionali  principali, quali. digestione anaerobica per il trattamento di matrici organiche da raccolta  differenziata, verde e fanghi civili, con produzione di biogas; e un sistema di trattamento aerobico  per la produzione di compost di qualità. La componente organica che si prevede è di 24000 t/a 

Impianto di Compostaggio Recicla via Seminiato Ambrogio Copparo autorizzata il 15/05/2019 con  scadenza il 30/04/2029. Vengono lavorati esclusivamente rifiuti non pericolosi: Il quantitativo  massimo annuale che potrà essere sottoposto alle operazioni di recupero R 12 ed R3 non dovrà  superare le 20.000 tonnellate. La capacità massima istantanea dei rifiuti non potrà superare i 1.500  mc (corrispondenti a 525 tonnellate, per altezza massima di 4,5 metri). La produzione è finalizzata  alla produzione di compost verde, non dovrà superare le 75 tonnellate.  

L’ ammendante compostato verde” prodotto dal trattamento dei rifiuti, dovrà rispettare le  caratteristiche stabilite al paragrafo 1 e 2, punto 3 dell’allegato 2 del Dlgs 75/2010. Anche questo  impianto è fonte di emissioni odorigene e non solo . 

Considerando che 

1. I disordini climatici , si risolvono con la diminuzione dei gas serra anidride carbonica e  metano prodotti anche dagli allevamenti intensivi, Non esiste alcuna differenza tra il  metano fossile e quello prodotto dai digestori . E’ sotto gli occhi di tutti gli effetti dei  disordini climatici . 

2. Il nostro territorio è fragile sia in termini di gestione delle acque , che scarsa mobilità  dell’aria , la centralina di Gherardi evidenza uno dei siti più inquinati della provincia di  Ferrara  

3. L’inquinamento delle acque dei terreni e dell’aria ha profonde implicazione sulla salute ma  soprattutto colpisce i bambini. L’inquinamento ci fa ammalare e ci uccide. Stiamo  soffocando noi stessi, in una corsa verso l’autodistruzione.  

4. Nel prossimo futuro il nostro territorio sarà invivibile e non sarà più possibile alcuna  bonifica  

5. La mobilità nel territorio sarà sempre più difficoltosa con centinaia di camion verso i  digestori su strade molto precarie già da ora. 

6. Sarebbe necessario un controllo serrato dell’antibiotico residenza nei terreni in cui viene  distribuito il digestato e reflui zootecnici nonché la presenza di salmonella e botulino  7. Sarebbe necessario un controllo della morbilità del virus H5N1 

8. L’aumento dei digestori provoca un inquinamento da sostanze odorigine con emissioni  dirette dagli impianti, produzione di CO2 di COV ,diossine. 

9. I digestori sottraggono produzione agricola per uso alimentare. 

10. I digestori richiedono notevoli quantità di acqua per diluire il digestato e per irrigare il mais  da immettere nel digestore. Sta già succedendo che i tecnici del digestore non vogliano cedere acqua a culture alimentari  

11. I digestori hanno uno scarso rendimento l’indice EROI di 1,4 contro il 7 del solare e 5  dell’eolico o scarso rendimento decreta la sopravvivenza di questi impianti agli incentivi  statali che pagano i cittadini con gli oneri di sistema  

Visto Articolo 2 del Piano di gestione dei rifiuti e per la bonifica delle aree inquinate 

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Strategia di sviluppo sostenibile 

1. Il Piano, per lo sviluppo economico-territoriale della Regione, in un’ottica di sostenibilità e in coerenza con gli obiettivi indicati dal Programma di mandato, dal Patto per il lavoro e il Clima e dalla Strategia regionale di sviluppo sostenibile di cui all’agenda 2030, integra le politiche relative  

alla gestione dei rifiuti e alla bonifica delle aree inquinate e fa propri i seguenti principi: a) Il principio della prevenzione nella produzione dei rifiuti assumendo il tema del ciclo di vita dei prodotti, a partire dalla progettazione fino al consumo, prima che questi diventino rifiuti; 

b) il principio dell’economia circolare per una gestione dei rifiuti finalizzata al risparmio di nuove  risorse attraverso la reimmissione dei rifiuti, una volta recuperati, nel ciclo produttivo; c) Il principio della riduzione del consumo del suolo attraverso la promozione del riuso delle aree da bonificare; 

d) il principio della sostenibilità nella selezione delle azioni da attuare inteso come misurabilità delle stesse in termini ambientali, economici e sociali; 

e) il principio della equa distribuzione territoriale dei carichi ambientali tenendo conto anche dell’impiantistica esistente e della criticità delle altre matrici ambientali; 2. Le misure adottate dal Piano costituiscono attuazione della strategia di sviluppo sostenibile da attuarsi anche attraverso il Piano di azione ambientale di cui all’articolo 99 della legge regionale n.  3/1999. 

Visto Articolo 8 del Piano di gestione dei rifiuti e per la bonifica delle aree inquinate in  particolare  

k)divieto di avvio del conferimento dei rifiuti urbani indifferenziati in discarica; l) l’autosufficienza per lo smaltimento nell’ambito regionale dei rifiuti urbani non pericolosi e dei  rifiuti derivanti dal loro trattamento, mediante l’utilizzo ottimale degli impianti esistenti; m) equa distribuzione territoriale dei carichi ambientali derivanti dalla gestione dei rifiuti; 

Visto Articolo 15 del Piano di gestione dei rifiuti e per la bonifica delle aree inquinate in  particolare  

b) il principio di prossimità nello smaltimento e nel recupero dei rifiuti urbani nell’impianto idoneo  più vicino al luogo di produzione o raccolta, al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi, tenendo  conto del contesto geografico, della necessità di impianti specializzati per determinati tipi di rifiuti,  dell’economicità della gestione nonché dell’equa ripartizione dei carichi ambientali. 

Visto il documento Atto di coordinamento tecnico sull’ambito di applicazione, i contenuti e la  valutazione dei programmi di riconversione o ammodernamento dell’attività agricola (PRA),  nonché sui fabbricati abitativi dell’imprenditore agricolo (articoli 36 e 49, LR 24/2017) Che al punto 3.1.1 Natura, obbligatorietà e ambito di applicazione del PRA: gli interventi edilizi  soggetti a PRA prevede che l’articolo 36, commi 2 e 7, lettera b), della nuova legge urbanistica  regionale (LR 24/2017), stabilisce che il PRA occorre obbligatoriamente in due casi: 1) per  interventi di nuova costruzione di edifici produttivi agricoli aventi un rilevante impatto ambientale e  territoriale. Nel concetto di nuova costruzione, come già evidenziato, rientra anche l’ampliamento  degli edifici esistenti. I criteri per il riconoscimento del rilevante impatto ambientale e territoriale  sono definiti dal PUG(1) , nel rispetto dei criteri uniformi di seguito stabiliti; 2) per interventi di  nuova costruzione funzionale all’esigenza dell’attività agricola e di quelle connesse, riguardanti  unità poderali agricole alle quali erano asserviti edifici produttivi agricoli che hanno perduto la  caratteristica di ruralità per effetto di usi diversi da quelli agricoli o per essere in possesso di figure 

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diverse dall’imprenditore agricolo, qualora siano decorsi i  dieci anni di vincolo di inedificabilità di nuovi manufatti, dalla data di trascrizione del vincolo  presso la competente conservatoria dei registri immobiliari (art. 36, co. 7, lettera b), LR 24/2017). …..E si definiscono di rilevante impatto ambientale o territoriale, ai sensi dell’art. 36, comma 2, LR  24/2017, i seguenti interventi: a) realizzazione o ampliamento di impianti per la produzione di  energia elettrica da biogas, per la produzione di biometano e per la produzione di energia elettrica  da combustione diretta di biomasse, di cui ai capitoli 3 e 4 dell’Allegato I della deliberazione  dell’Assemblea legislativa regionale 26.07.2011, n. 51 (Individuazione delle aree e dei siti per  l´installazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l´utilizzo delle fonti  energetiche rinnovabili eolica, da biogas, da biomasse e idroelettrica); 

chiediamo 

1. Di essere ammessi alla conferenza dei servizi come soggetti portatori di interesse vedi  richiesta inviata il 17 luglio 2024  

2. Il diniego alla costruzione della nuova discarica , la restituzione del terreno a BF e il  recupero delle risorse e il reinvestimento in impianti sostenibili e la bonifica del terreno . 3. Negazione dell’AUA per il digestore di Formignana alla scadenza 07 giugno 2027 per la  gestione inadeguata del digestato (vedi segnalazioni ) 

4. Alla nuova AUA ( 2026) di Bonifiche ferraresi riduzione del 50% del numero di bovini e  attivazione di misure per la riduzione di antibiotici e misure per ridurre il malessere animale  . Norme stringenti per la riduzione delle emissioni di metano, ammoniaca ,COV, polveri  sottili  

5. Alla scadenza dell’AUA 17 luglio 2027 dell’allevamento Zarattini la riduzione a 358.741 come da prima richiesta , l’istallazione di filtri per l’abbattimento delle emissioni odorigene  e siepi per l’abbattimento delle poveri sottili . La costruzione di un paddok esterno per  permettere ai polli di pascolare all’aperto , Riduzione dell’uso di antibiotici e controllo  dell’aviaria  

6. Controllo del compostaggio prodotto da Recicla se rispetta le caratteristiche stabilite al  paragrafo 1 e 2, punto 3 dell’allegato 2 del Dlgs 75/2010. Controllo della destinazione e  distribuzione  

Chiediamo 

Diniego dell’autorizzazione al digestore della ditta Bio Energy Agricolture s.r.l. convenzionata con Bonifiche ferraresi per le seguenti motivazioni : 

1. Un eccessivo carico ambientale per tutti gli impianti evidenziati vedi art 8 citato 2. La presenza del digestore delle Calabra Maceri ad una distanza di 1,5 km che può accogliere i  liquami di BF. 

3. Evitare ulteriore consumo di suolo vedi legge regionale.  

4. Il terreno classificato nel PSC del Comune di Jolanda di Savoia come “Ambiti agricoli di  rilievo paesaggistico” (art. 4.3.4 delle Norme di Piano); deve rimanere tale  

5. Documentazione carente manca il PRA obbligatorio per interventi di questo tipo  6. Nella relazione agronomica relativamente al digestato palabile destinato al compostaggio non è  prevista la reintegra con materiale cellulosico per rispristinare il rapporto carbonio azoto che  nel digestato è 3-8 I microrganismi decompositori necessitano per sostenere le loro funzioni  metaboliche e svolgere un’ottimale decomposizione della sostanza organica per ottenere  compost di 24 ( meglio 30) .

Recapito telefonico 3491137436 odvilmelograno@arubapec.it andreabregoli@gmail.com 

7. Nella Relazione tecnica di valutazione e verifica della  coerenza dell’intervento con la pianificazione comunale, provinciale, regionale e di settore la  ditta Bio Energy Agricolture s.r.l. dichiara: di non essere un’azienda agricola ma persegue la  valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, la tutela della biodiversità, così come del  patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla legge 5 marzo 2001, n. 57, articoli 7 e 8,  nonché del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, articolo 14. Restano ferme le previsioni  dei piani paesaggistici e delle prescrizioni d’uso indicate nei provvedimenti di dichiarazione di  notevole interesse pubblico ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i.  recante Codice dei beni culturali e del paesaggio, nei casi previsti. Sarebbe opportuno una  relazione che consenta di capire come la ditta si fa garante del rispetto della legge 5 marzo  2001, n. 57, articoli 7 e 8, nonché del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, articolo 14. E  il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 La ditta dichiara: la coerenza con le indicazioni del Piano di Gestione del sito UNESCO  “Ferrara città del rinascimento e il suo Delta del Po”. Come la ditta riuscirà a intraprendere azioni di salvaguardia e tutela del paesaggio identitario classificato, o in aree “tampone”, in questo  caso destinate invece ad azioni di gestione e di corretta pianificazione, di promozione  dell’imprenditoria quali l’integrazione dei progetti pubblici e privati per la valorizzazione  turistico/ricettiva e culturale di singole porzioni di territorio e/o sistemi di risorse naturale e  culturali, di mitigazione degli effetti di trasformazione del territorio rispetto alle aree inscritte.  8. Nella relazione agronomica opere di mitigazione ambientale la ditta dichiara : lungo il perimetro  dell’area di impianto sarà messa a dimora una siepe arboreo-arbustiva realizzata in modo da avere  l’alternanza disordinata di essenze di basso fusto di diverso portamento con arbusti di varia  conformazione e dimensione. L’effetto finale, a maturità dell’impianto, sarà quello di una struttura  vegetale pluristratificata, compatta, dall’aspetto naturale. Per mitigare la CO2 di questo impianto il  30% prodotto nel processo anaerobico e il resto con la combustione del metano servirebbe ben altra  superficie arborea. Per quanto riguarda l’impatto visivo assolutamente inadeguata  9. Nella relazione agronomica non sono indicati i terreni nei quali verrà distribuito il digestato liquido,  e il compost . Indicare inoltre per ogni terreno la quantità in quanto zona sensile ai nitrati. 10. Si dichiara che non ci sono criticità rispetto al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale  (P.T.C.P.) .Quando circoleranno i numerosi mezzi che porteranno il FORSU nel digestore di  AREA impianti, la circolazione dei mezzi di CLARA verso l’area di stoccaggio plastica, legno, etc  La SP16 sarà impercorribile nonostante la rotonda in prossimità del digestore di AREA .  11. Nella relazione di prevenzione antincendio non è prevista alcuna procedura in caso di scoppio per la  protezione dell’impianto ma soprattutto per la protezione del vicino allevamento per ridurre il  malessere animale in caso di incendio . Riteniamo che la dichiarazione : Alla luce dei risultati  ottenuti si può affermare che nel complesso l’attività rientra in quelle a MEDIO RISCHIO, come  individuato dal D.M. 10 marzo 1998 non sia adeguata  

L’inquinamento ambientale non è ineluttabile. Tutt’altro. E’ una prova di maturità riuscire a misurare , valutare , ripensare proprio le attività umane tenendo conto del loro prezzo . La salute dell’uomo è la salute dell’ambiente. E’ un semplice assunto che dovrebbe appartenere ad ogni medico, ad ogni imprenditore, ad ogni politico ad ogni uomo e donna di buone senso. In attesa di un riscontro 

Formignana 26 agosto 2024 _ 

Per il comitato e come GEV

Recapito telefonico 3491137436 

odvilmelograno@arubapec.it 

andreabregoli@gmail.com

COMITATO VIVERE MEGLIO

TRESIGNANA (FE)

Al Responsabile  del Settore Tutela Ambientale e Protezione Civile  del Comune di Tresignana  Piazza Italia 32 – località Tresigallo 44039 Tresignana  pec@cert.comune.formignana.fe.it
Pc Arpae Ferrara Via Bologna, 534 44124 Ferrara. aoofe@cert.arpa.emr.it
Vigili del fuoco  so.emiliaromagna@vigilfuoco.it
Comando di Polizia Municipale – i All’attenzione del Com.te Gianni Gardellini Via Mazzini, 47 – Copparo – Ferrara comunica.pm@unioneterrefiumi.fe.it
Igiene Pubblica Via Boccacanale di Santo Stefano, 14 – Ferrara – 44121 dirdsp@pec.ausl.fe.it
Comando Stazione Via Roma, 48  44039 – Tresigallo stfe522520@carabinieri.it
Nucleo Carabinieri Forestale Ferrara Via Carmine Della Sala,  44122 Ferrara FE ffe42945@pec.carabinieri.it

Oggetto: segnalazione distribuzione digestato nei terreni limitrofi al digestore di Formignana  

Il sottoscritto GEV Bregoli Andrea 

Residente in Località Formignana comune Tresignana Telefono 3315047334 

Formignana 11 maggio 2024 

SEGNALO 

al personale in indirizzo di accertare l’inconveniente igienico-sanitario che si è verificato in: data odierna  Formignana ad opera della Biogas Società Agricola A R.L. localizzata in V. Traversa Ponte D’asse, SNC,  44035 Formignana 

Nei terreni adiacenti al biodigestore dalle ore 14 stanno distribuendo digestato utilizzando un irrigatore a  pioggia .(detto gettone) 

L’articolo 18 del Regolamento regionale in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento,  del digestato e delle acque reflue recita : 

1. la distribuzione dei liquami e del digestato non palabile deve avvenire a pressioni di esercizio  inferiori a 6 atmosfere all’uscita del sistema di distribuzione. 

2. non e ammesso in tali aree il lancio in pressione da irrigatori (cosiddetti “gettoni”); 3. i liquami e il digestato non palabile, se utilizzati su terreno nudo o con residui colturali, devono  essere distribuiti con modalità tali da consentire l’incorporazione al terreno simultaneamente allo  spandimento o comunque entro le 24 ore successive alla distribuzione in campo. In questo caso  è impossibile visto che si tratta di coltura in atto (mais) come evidente nella documentazione  fotografica 

Recapito telefonico 3491137436 odvilmelograno@arubapec.it andreabregoli@gmail.com 

4. Sono esclusi dalla distribuzione gli appezzamenti coltivati con copertura vegetale in atto e anche  quelli con semina già effettuata. Rimane fermo il rispetto di quanto previsto al paragrafo 3.1  dell’Allegato II per i seminativi, in prearatura; 

5. La quantità distribuita è compatibile con i 170kg ettaro vista la ZSN ? (vedi documentazione  fotografica 

6. La documentazione fotografica dimostra lo sversamento dei fossi  

Si autorizza, ai sensi dell’art. 13 del d.lgs 196/2003, l’acquisizione e il trattamento dei dati personali solo ed  esclusivamente ai fini del monitoraggio in atto. La presentazione dei risultati conseguiti avverrà solo in forma anonima,  tutelando l’identità dei segnalatori.  

 Firma 

Allegati; 

Documentazione fotografica  

Tesserino GEV 

Video al seguente link 

https://drive.google.com/file/d/1Fv1yyy0yrLPPwPMzeNzF94M9LLuxiJxS/view?usp=sharing

Recapito telefonico 3491137436 odvilmelograno@arubapec.it andreabregoli@gmail.com 

Documentazione fotografica 

Recapito telefonico 3491137436 

odvilmelograno@arubapec.it 

andreabregoli@gmail.com

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Documento dei comitati provinciali No Biogas

La produzione di biogas/bio metano da biomasse (un po’ di storia)

La tecnologia del biogas non è certamente recente. Le prime applicazioni sono della fine degli anni ’70 del secolo scorso (USA, Australia, Canada, Gran Bretagna) Addirittura il Germania nel 1938 53 impianti urbani producevano 18 milioni di m3 di biogas.
Per molti decenni in Italia la produzione di biogas si è realizzata prevalentemente in ambito agricolo per ricavare energia, da utilizzare prevalentemente all’interno delle stesse aziende, utilizzando gli scarti della attività di questo comparto, sostanzialmente biomassa vegetale e deiezioni animali.
Secondo i dati del Consorzio Italiano Biogas (CIB), all’inizio del 2020 erano operativi più di 1.500impianti di biogas, di cui 1.200 in ambito agricolo.
Il prof. Setti, docente dell’Università di Bologna, dove si occupa di biochimica industriale applicata ai sistemi energetici rinnovabili ed in particolare allo sviluppo di bioraffinerie per la valorizzazione chimica ed energetica degli scarti agro-alimentari, ha svolto in una recente conferenza una serie di considerazioni sulla produzione di biogas nel nostro paese partendo dai dati di quali oggi siano le diverse fonti che vengono utilizzate per la produzione energetica oltre ai consumi e le evoluzioni previste.
Attualmente l’Italia, nel settore biogas, si colloca al quarto posto al mondo dopo Germania, Cina e Stati Uniti, con circa 2200 impianti operativi, di cui circa 1.730 nel settore agricolo e circa 470 nel settore rifiuti e fanghi di depurazione, per un totale di circa 1.450 MWe (megawatt elettrici) installati.
Di questi, secondo il Gestore Servizi Energetici, circa 1000 sono nel settore agricolo.
Setti sui materiali utilizzabili nei digestori. La quota più rilevante tra i materiali organici è
rappresentata dalle deiezioni animali (130.000.000 di t/anno), seguita dai FORSU (Frazione
Organica dei Residui Solidi Urbani) con 10.000.000 di t/anno, quindi i residui colturali (8,5 milioni di t/anno) e a seguire gli scarti agro-industriali con 5 milioni, i fanghi di depurazione con 3,5 milioni di t/anno e infine le colture energetiche equivalenti alla produzione di 200.000 ha di coltivazioni. Il trattamento di queste biomasse porterebbe ad una produzione stimata di circa 11 miliardi di m3 di biogas/anno, corrispondenti a 20 TWh (terawattora)/anno di energia elettrica.

Considerazioni di fondo sulla produzione di biogas/bio metano da biomasse

La produzione di biometano non è un metodo né economico né pulito, ma, soprattutto, non lo si può considerare “economia circolare”. L’unica vera economia circolare è quella della natura che, attraverso l’energia solare utilizzata dagli organismi vegetali, sintetizza materia organica che funge da nutrimento per gli organismi animali; questi ultimi, assieme ai vegetali, quando muoiono, vanno incontro a processi di decomposizione che danno luogo all’humus, nutrimento per la terra, da cui nasceranno nuove piante, in un ciclo continuo (citato da Tamino).
Una precisazione da fare è quella relativa al prefisso Bio che si trova nella terminologia che indica gli impianti che trattano materiali organici, i Bio-digestori, e i prodotti che ne derivano, Bio-gas e Bio-metano. Il prefisso bio, in questo caso, non ha un significato che possa riferirsi a un processo o prodotto sostenibile, ma un riferimento a un processo Biotecnologico, inteso come l’applicazione alla produzione industriale di organismi e processi della biologia. Il termine “bio” (dice Tamino), significa vita e richiama l’idea di origine naturale e organica, ma anche il petrolio e il carbone in fondo sono di origine naturale. Al termine “bio” viene normalmente attribuita una valenza positiva e “naturale”, e di conseguenza queste tecnologie vengono in tal modo considerate far parte della cosiddetta “green economy”. “La mistificazione del linguaggio, in questo caso, è strumentale a una politica di proliferazione di queste tecnologie sotto l’ombrello dell’ecologia e del rispetto della natura”. Il bio-metano prodotto dagli impianti a biomasse non si differenzia dal gas naturale: entrambi sono costituiti prevalentemente da metano.

Numerosi studi (1-2) dimostrano che dal punto di vista economico in questi impianti la sola vendita del metano non compensa i costi: finito l’incentivo, semplicemente usciranno dal mercato, perché avranno costi di produzione dell’energia troppo alti. Vedremo impianti biogas spiaggiati come balene quando, finita l’epoca degli incentivi, i conti non torneranno più.

Bio-metano da biomasse sostenibile? Fonte energetica rinnovabile?

Viene detto (ad esempio dalle imprese coinvolte nella progettazione e realizzazione degli impianti a biomasse) che “il bio-metano, affinché sia considerato davvero sostenibile e conveniente, deve provenire da residui organici come gli scarti agricoli (si parla in questi casi di biometano avanzato). A queste condizioni può considerarsi una fonte energetica rinnovabile che permette non solo di aumentare l’autonomia energetica italiana ma anche di raggiungere gli obiettivi ecologici che il paese si è posto nell’ottica della Transizione Ecologica”.
A proposito di “bio”metano, ricordiamo anche che esso risulta indistinguibile nella sua struttura chimica da quello di origine fossile, e che questo gas deve essere combusto per essere utilizzato.
Diversi recenti studi (3) mostrano altresì come i mezzi pesanti alimentati a metano emettano più CO2 e particolato di quelli alimentati a diesel o a benzina. E’ noto che le combustioni in generale non possono rappresentare un’alternativa alla decarbonizzazione ad “emissioni zero” né tantomeno uno strumento di contrasto ai cambiamenti climatici. Occorre considerare altresì che un impianto di biogas da 1 MWh necessita di circa 400 ettari di terreno per coltivare mais e sorgo come “materia prima”, per cui oggi i 1.600 impianti attuali in gran parte nel Nord Italia “occupano” oltre 640.000 ettari sottratti alle coltivazioni per l’alimentazione umana e zootecnica. ( https://www.isde.it/17986-2/ )

Narrazioni a sostegno della tecnologia :

  • Il CIB è la prima aggregazione volontaria che riunisce aziende agricole produttrici di biogas
    e biometano da fonti rinnovabili; società industriali fornitrici di impianti, tecnologie e servizi
    per la produzione di biogas e biometano; enti ed istituzioni che contribuiscono alla
    promozione della digestione anaerobica per il comparto agricolo. Il CIB è attivo sull’intera
    area nazionale e rappresenta tutta la filiera della produzione di biogas e biometano in
    agricoltura, con l’obiettivo di fornire informazioni ai Soci per migliorare la gestione del
    processo produttivo e orientare l’evoluzione del quadro normativo per favorire la diffusione
    del modello del Biogas fatto bene e raggiungere gli obiettivi al 2050 sulle energie
    rinnovabili e la lotta al cambiamento climatico). Il biometano è un vettore energetico
    importante, in particolare nel contesto italiano. A seguito di modifiche legate ai nuovi

meccanismi di incentivo, un dibattito sulle azioni concrete per un mercato sostenibile del
biometano che dia valore e attenzione all’ambiente anche contrastando il cambiamento
climatico. https://www.consorziobiogas.it (Consorzio Italiano Biogas)
https://www.consorziobiogas.it/il-cib-partecipa-alla-nuova-edizione-di-fieragricola/

  • L’energia dai biogas rappresenta una delle fonti alternative alla energia fossili maggiormente
    utilizzate. Si tratta di un gas totalmente naturale poiché viene ottenuto dalla fermentazione
    anaerobica di biomasse che possono avere diverse origini /es frazione organica dei rifiuti
    solidi urbani, scarti di lavorazione agricola reflui zootecnici, etc…) Il grande e vantaggio è
    la possibilità di riutilizzare materiali di scarto dando loro valore economico, ambientale e
    sociale. Inoltre, come vedremo, le energie da biogas hanno un impatto nullo, infatti le
    emissioni da biogas possono essere considerate net zero, ovvero non viene liberata
    nell’atmosfera nuova anidride carbonica risetto a quella precedentemente assorbita dalle
    piante. Ecco tutto quello che bisogna sapere sul biogas, la risorsa considerala essenziale per
    la transizione ecologica verso un sistema energetico 100% green e, rinnovabile e sostenibile
    (sorgenia)https://www.sorgenia.it/guida-energia/biogas
  • Il biogas è una delle fonti alternative più utilizzate per la produzione di energia rinnovabile.
    È il frutto della fermentazione, in assenza di ossigeno e a temperatura controllata, di
    sostanze di origine organica (animale o vegetale) ad opera di numerosi batteri. Questo
    processo di degradazione delle biomasse (provenienti da residui agricoli, reflui zootecnici o
    fognari, colture di integrazione, frazione organica dei rifiuti urbani raccolti in modo
    differenziati, ecc.) si chiama digestione anaerobica. Il risultato è composto dal biogas, che
    possiede un alto potere calorifico e può essere convertito in elettricità̀ e calore grazie a un
    cogeneratore, e dal residuo della fermentazione, il digestato, un materiale liquido che viene
    utilizzato come fertilizzante naturale nelle coltivazioni. Il biogas è composto dal 45 al 70%
    da metano e nella parte restante da anidride carbonica (altre sostanze presenti in minor
    percentuale sono ossido di carbonio, azoto, idrogeno, idrogeno solforato).Nell’ottica della
    lotta ai cambiamenti climatici, uno dei temi più importanti dell’agenda mondiale dopo
    l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, il biogas viene indicato dalle istituzioni
    internazionali come una delle principali risorse che può garantire l’autonomia energetica e la
    riduzione graduale dell’attuale stato di inquinamento dell’aria e dell’effetto serra. L’industria
    del biogas, quindi, giocherà sempre di più un ruolo decisivo nella transizione energetica, nel
    processo verso la decarbonizzazione e nella green and circular economy.I vantaggi del
    biogas: Fonte di energia pulita e flessibile
  • Genera energia elettrica e calore
  • Garantisce l’autonomia energetica
  • Valorizza scarti e sottoprodotti
    https://www.iesbiogas.it/cose-il-biogas (Iesbiogas)

Riteniamo che l’approccio possa essere completamente diverso:

Gianni Tamino (biologo, membro della Associazione italiana Medici per l’Ambiente, ISDE, e giàdocente dell’Università di Padova ed europarlamentare del gruppo dei Verdi) spiega perché non si può parlare di fonte rinnovabile per il bio-metano. “Si può parlare di fonti rinnovabili solo se nel territorio di origine e nel tempo di utilizzo quanto consumato si ripristina. Ciò vale per l’energia solare e quelle derivate come il vento e l’energia idrica, ma non si applica totalmente alle biomasse intese come materiale prodotto da piante e destinato alla combustione. Infatti se distruggo un bosco e brucio la legna, il bosco non si rigenera nel tempo di utilizzo per la combustione della legna.
Posso usare solo il surplus dell’attività forestale. Ancora più complesso il discorso se le biomasse provengono da colture agricole dedicate”.
Nello studio “Feasibility of Large Scale Biofuel Production” i professori Giampietro, Ulgiati e
Pimentel scrivono: “La produzione su larga scala di combustibile di provenienza agricola non
costituisce un’alternativa all’uso corrente del petrolio e non è neanche una scelta consigliabile per sostituirne una porzione significativa”*. Il biocombustibile rappresenta infatti una perdita di energia netta, dato che richiede oltre il 50% di energia in più di quella che si può ottenere dal prodotto stesso.
Un impianto a biomasse alimentato da coltivazioni dedicate ha un bilancio energetico molto basso, perché occorre calcolare tutta l’energia necessaria per la produzione agricola (fertilizzanti, fitofarmaci, irrigazione, trasformazione, trasporti, ecc) e quella necessaria per far funzionare l’impianto. Alimentare l’impianto con prodotti agricoli (mais, triticale, ecc.), che consumano terreno utile per produrre cibo, è un problema anche di ordine etico: si preferisce bruciare alimenti mentre vi sono difficoltà di approvvigionamento in varie parti del pianeta e noi, nel contempo, importiamo cibo dall’estero. Anche il bilancio della CO2 di conseguenza è negativo!
Infine va tenuto presente che si dovesse coprire il 10% del fabbisogno energetico italiano
utilizzando le biomasse, ci vorrebbe una superficie di coltivazione grande 3 volte l’Italia.
Documento ISDE/Comitato biogas Manziana

Le criticità

1-Impatto ambientale del metano
Poche le fonti dove si evidenziano pregi e difetti di questa tecnologia. Tra questi il sito di Sorgenia
(https://www.sorgenia.it/guida-energia/biogas), dove a proposito della logistica dei siti produttivi si legge che “la pianificazione di un impianto deve valutare attentamente il bacino di
approvvigionamento delle biomasse in ingresso, che se reperite a distanza troppo elevata rendono l’attività ambientalmente ed economicamente non sostenibile”.
Il chimico Vincenzo Balzani, coordinatore di Energie per l’Italia, considera il metano la “nostra
ossessione”. Nel caso del biogas si tratta di un’opzione insostenibile, perché utilizzando biomasse da produzione agricola l’efficienza della fotosintesi clorofilliana si abbassa fino allo 0,2%. Se invece nella stessa porzione di terreno metto il fotovoltaico, convertendo così l’energia solare in elettricità, con il 20% di efficienza, ottengo 100 volte più del biogas.
Il metano ha un impatto climalterante 85 volte quello della CO2 su un arco di 20 anni, anche
se la CO2 ha un tempo di permanenza in atmosfera per migliaia di anni, mentre il metano
scompare in circa 10-15 anni

  • Aumento della mobilità verso e dalle centrali
  • Inquinamento da sostanze odorigine
  • Emissioni dirette dagli impianti
  • Sottrazione di produzione agricola per uso alimentare

2- Il rendimento basso del biometano
Se, come è corretto fare, si costruisce un bilancio energetico compiuto di tutto il ciclo che
porta alla produzione di biometano e del suo utilizzo, tenendo dunque conto di quella
impiegata nella produzione a monte del processo, di quella relativa alla digestione anaerobica
e di purificazione del biometano, nonché del ruolo del trasporto per l’alimentazione
dell’impianto, non è difficile concludere che esso è decisamente basso. In ogni caso, è molto
significativo l’Indice di Ritorno Energetico ( EROI), che misura il rapporto tra energia
realizzata ed energia consumata: ebbene, per la produzione di biometano, esso arriva a 1,4,
mentre la soglia che viene considerata come quella di riferimento per la sostenibilità
economica è pari a 3. Per fare un raffronto, l’EROI riferito alla produzione di energia eolica è
pari a 5, mentre arriva a 7 per il fotovoltaico.

3- La produzione di biometano si sostiene solo grazie ai forti incentivi previsti
Nei prossimi anni è previsto un forte incremento del ricorso al biometano, trainato dalle
risorse stanziate dal PNRR che dedica al suo impulso circa 1,7 mld. di € per la costruzione di
nuovi impianti e la riconversione di quelli di biogas esistenti. Il decreto biometano, approvato
nell’ottobre 2022, sblocca tali risorse, con validità fino al giugno 2026, prevedendo, in primo
luogo, un contributo in conto capitale del 40% sulle spese ammissibili dell’investimento
sostenuto, nei limiti del costo massimo di investimento ammissibile, e un incentivo sulla
produzione, con tariffe differenziate sulla base dei costi degli impianti. L’obiettivo è quello di
arrivare ad una produzione annua di 6 miliardi di mc rispetto agli attuali 220 milioni di mc,
con l’idea di realizzare oltre 1000 impianti entro il 2026, tra conversioni di unità a biogas e
impianti del tutto nuovi. In buona sostanza, questo orientamento, che giudichiamo sbagliato
per le argomentazioni sviluppate sopra, si sostiene solo grazie a questo forte sistema di
incentivazione, che garantisce profitti importanti alle aziende, e viene legittimato con una
forte operazione di greenwashing, per cui la produzione di biomentano viene presentata come
fonte rinnovabile.

4-il digestato

Quando parliamo di sostenibilità del processo di digestione anaerobica, non dobbiamo trascurare quello che è l’ultimo anello della filiera del biogas. Non tutta la massa, che si trova all’interno deldigestore, viene trasformata in biogas circa un 50-60 % alla fine del processo di gassificazionerimane. Il digestato è composto da una frazione solida e una liquida. Le sue caratteristiche sono di fondamentale interesse affinché si possa rendere sostenibile l’intero processo produttivo del biogas.
Non viene considerato un rifiuto della produzione bensì un valore aggiunto con caratteristiche
importanti che lo rendono prezioso e utile.
L’uso agronomico solleva due grandi questioni, la prima è quella che riguarda le caratteristiche e le proprietà del digestato come ammendante e fertilizzante, la seconda, di carattere ambientale e di riflesso legislativo, riguarda appunto la sostenibilità ambientale di questo utilizzo e la legislazione che esso produce.

Infatti l’utilizzo del digestato (derivante da effluenti e colture) come fertilizzante
è sottoposto alla direttiva nitrati. La provincia di Ferrara e dichiarata zona vulnerabile ai nitrati ed èquindi assolutamente necessario la riduzione della percolazione dell’acqua in terreni rappresentativi dell’area attraverso l’applicazione di tecniche di agricoltura conservativa,
I digestori anaerobici e in particolare nel processo di distribuzione del percolato (frazione liquida del digestato) rilasciano emissioni in atmosfera di tipo diffuso come i composti azotati
(prevalentemente ammoniaca e ossido d’azoto), i composti solforati (zolfo) e i composti organici volatili (i cosiddetti COV) come diossina, idrocarburi aromatici ftalati e fenoli .
I prodotti citati si accumulano nell’ambiente e nei tessuti animali, creando anche a basse
concentrazioni, danni a lungo termine all’apparato cardio-respiratorio, al sistema nervoso, alla vista, al feto in gravidanza, con la potenzialità a basse dosi di stimolare il cancro del colon. Si rileva inoltre presenza di acido solfidrico responsabile di odori molesti, a causa del quale decine di segnalazioni delle genti che vivono a qualche chilometro di distanza dai biodigestori, esasperate dai cattivi odori che provavano sintoni fisiologici (problemi respiratori, nausea, mal di testa, irritazione agli occhi, alla gola ) stress psicologico (ansia, depressione) problemi nel sociale (impoverimento della qualità dell’ambiente, svalutazione dei beni e perdita del loro normale uso, interferenza con le attività commerciali, turistiche, incertezza sulla sicurezza…) , imprevedibilità del disturbo persistenza nel tempo impossibilità di difendersi .
Il digestato contiene componenti minori in tracce quali, idrogeno solforato e altri composti dello zolfo, i silossani (composti organici della silice), composti aromatici e alogenati. Anche se le quantità di questi composti sono basse rispetto al metano, esse possono avere impatti ambientali pesanti sullo strato di ozono stratosferico, sull’effetto serra e sul peggioramento della qualità dell’aria a livello locale.
Agli effetti delle emissioni di composti nocivi vanno sommati quelli che riguardano i COV
(composti organici volatili). Questi composti sono dannosi per l’ambiente e per l’uomo, poiché
reagendo con gli ossidi di azoto formano ozono e smog per reazione fotochimica. L’esposizione
prolungata a composti organici volatili può causare danni al fegato, reni e sistema nervoso centrale.
Oltre a presentare vari gradi di tossicità cronica i COV sono anche responsabili di odori molesti. Nel biogas, inoltre, potremmo trovare composti alogenati rappresentati da sostanze contenenti cloro, bromo, fluoro e composti organo clorurati, la cui combustione a temperature inferiori ai 400 °C determina la formazione di diossine. La combustione del biogas direttamente da digestione anaerobica, oltre a immettere nell’atmosfera CO2 causa la formazione di polveri sottili (pm10), fini (pm2.5) e ultrafini (pm0.1). Queste problematiche sono amplificate dalle tecniche di distribuzione.
L’articolo 15 del regolamento regionale (12) prevede un apporto di azoto al campo non superiore a 170 kg per ettaro e per anno ma considerata la crescita dei funghi nei campi coltivati si presume che i quantitativi di sostanza organica almeno del 3%. Dopo lo spargimento del digestato sono presenti nei fossi notevoli quantità quando bisognerebbe evitare il percolamento data la vulnerabilità dei terreni ai nitrati.
Di non poco conto sono la svalorizzazione degli immobili che si trovano nelle vicinanze
dell’impianto e il danno d’immagine alle colture agricole come il riso e la pera.

5- la viabilità

Gli impianti portano ad un considerevole incremento traffico pesante a causa di assi viari inadeguati e il passaggio obbligato in zone urbane
Il traffico di mezzi pesanti che trasportano scarti solidi di lavorazione per l’impianto: una miriade di mezzi ingombranti quali camion telonati ed enormi trattori con rimorchi e botti (presumibilmente pieni di liquami) che, quotidianamente invadono il centro con un’unica caratteristica comune; attraversarlo a velocità sostenuta e spesso con atteggiamenti di guida disinvolti. Questi mezzi rappresentano, dunque, un quotidiano pericolo per la sicurezza della circolazione, soprattutto per gli utenti deboli quali pedoni e ciclisti (quasi bambini e anziani), oltre a determinare pesanti aggravi nei costi di manutenzione del manto stradale da parte della provincia, ente proprietario della strada.
Dunque, aumento di costi con soldi pubblici che potrebbero, e dovrebbero, essere spesi
diversamente, magari per garantire servizi che la pesante crisi di bilancio degli enti mette ad
effettivo rischio. Nella concessione rilasciata proprietari/gestori dell’impianto, sono indicate anche quelle relative ai percorsi per i mezzi che riforniscono l’insediamento completamente disattesi.

6- Il problema odorigeno
La digestione anaerobica dei materiali inorganici comporta il rilascio di composti volatili, che
determinano seri problemi di carattere odorigeno, ovviamente amplificati quando l’impianto
di produzione si trova vicino a insediamenti abitativi.

Problematiche specifiche degli impianti già funzionanti o in fase progettuale

Formignana

Il digestore di Formignana è un impianto di produzione di energia elettrica, tramite biogas,
realizzato nel Comune di Formignana (FE). Gestito dalla Formignana Biogas Società agricola a.r.l., produce, biogas ottenuto mediante processo di digestione anaerobica di mais, triticale e sorgo e dal 17 giugno 2016 con l’uso di pollina del vicino allevamento di polli. L’autorizzazione risale al 7 giugno 2012 valida per 15 anni.
L’impianto utilizza per la produzione di metano prevalentemente mais ottenuto nei 198,37 ettari affittati dalla Fondazione Navarra dove viene anche sparso il digestato. La fondazione riceve annualmente un compenso di 294.000 euro. Altri 45,94 vengono utilizzati per la sola distribuzione del digestato per una SAU totale di 234,35 Ha. Tutti i terreni sono localizzati nel comune di Tresignana 45 ha nel comune di Jolanda di Savoia. L’impianto è dotato di due digestori collegati in parallelo ed aventi una capacità netta di 3.090 m3 ciascuno. Il processo di fermentazione è di tipo mesofilo ossia avviene in un intervallo di temperatura compreso tra 35 °C e 40 °C. La produzione attesa dell’impianto è di 7.876.000 kWh/anno. L’emissione generata dallaproduzione di energia da biogas, il mix colturale di approvvigionamento, il trasporto è di 643,5 t CO2 eq /anno che corrispondono a 81,7 grammi di CO2 eq/KWh. Il valore medio di emissioni di CO2 per la produzione dell’energia elettrica in Italia di 53,1 g di CO2/KWh. (Ministero Ambiente).
Che si abbassa ulteriormente se l’energia è ottenuta da impianti solari o fotovoltaici.
La biomassa utilizzata annualmente è di 17.350 tonnellate di cui 200 tonnellate di acqua il digestato tal quale in uscita è pari a 12.884 t/anno. Lo stoccaggio del digestato (frazione chiarificata) avviene in due vasche in terra della capacità geometrica di circa 5.000 m3 ciascuna realizzate su uno strato di argilla. Il trasporto delle sostanze inserite nel digestore e del digestato in uscita secondo il progetto della ditta avviene sulle vie: Brazzolo (23 attraversamenti) Rossetta 190 carri anno In realtà sono molto di più.
Il digestato viene utilizzato come “fertilizzante agricolo” sparso sui terreni di cui l’azienda agricola dispone. Tali terreni sono vulnerabili ai nitrati di origine agricola (ZVN) così come contenuto nelle “Norme del Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia-Romagna” e pertanto: l’apporto di azoto zootecnico da digestato non dovrebbe superare il valore di 170 kg/ha. L’apporto di azoto totale da digestato viene calcolato sulla media dei diversi liquami zootecnici di cui si conoscono le composizioni e non sulla base di analisi effettuati sul digestato stesso.
Per la frazione solida il coefficiente usato è quello degli ammendanti ma il digestato palabile non è un ammendante. il dosaggio medio di azoto distribuito con il digestato è pari a 265 kg/ha (dichiarato dall’azienda). Siamo molto lontani da un approccio agronomico suffragato da dati scientifici validati. Tutta la narrazione della sostenibilità dei biogas è green washing. La presunta sostenibilità si basa su informazioni false e ingannevoli verso consumatori e investitori.

Villanova progetto impianto bio metano

La proprietà : Titolare dell’impianto è la Società ApisFe1, del gruppo Alvus e con finanziatori
altri, iscritta alla Camera di Commercio di Bolzano il 3/12/2020, società agricola srl con capitale sociale di 10.000 €.
L’investimento sarà pari a 20 milioni di euro (+ IVA). Nell’ottobre 2023 Alvus, e le società
collegate, sono state acquisite da VornBioenergy, società tedesca ramo operativo del fondo
Macquaire nel settore delle energie rinnovabili, cioè impianti biogas e biometano.
La produzione : L’impianto industriale, previsto nella zona est del territorio comunale, prevede una produzione annuale di biogas così ripartita: 8.303.750 Nm3, purificati e convertiti in biometano, immessi nella rete SNAM, e 4.483.646 Nm3 di biogas che rimarrà per un utilizzo interno, per alimentare il cogeneratore e a copertura degli autoconsumi dell’impianto stesso.

E’ stato stralciato dal progetto l’utilizzo di parte del metano prodotto per l’alimentazione dei mezzi di trasporto al servizio dell’impianto.
Le dimensioni ;L’impianto sarà il secondo in Regione per dimensioni. Il primo con utilizzo di
biomasse non autoprodotte e non Forsu, come gli impianti di pari dimensioni di Hera a Sant’Agata Bolognese e Iren di Gavassa. Anche nelle graduatorie dei primi due bandi di finanziamento PNRR, gestiti dal GSE, è rilevabile il primato di questo impianto agricolo anche a livello nazionale.
In Provincia di Ferrara l’Azienda agricola Leona di Codigoro, produce biometano per 600 Sm3/h. (4)
Lavorerà 100.000 ton all’anno di colture di secondo raccolto (stocchi, paglia..), pollina ed effluenti zootecnici, sottoprodotti dell’industria agroalimentare. Le quantità prevalenti saranno 30.000 ton di stocchi e 30.000 ton di pollina. Alla fine del processo risulteranno 45.800 ton all’anno di digestato per utilizzo agronomico, da distribuire nei terreni che hanno conferito le biomasse. (5)
La portata dell’impianto sarà pari alla somma dei cinque impianti di produzione di biogas già
presenti nel territorio nel raggio di 10 Km. Nei Comuni limitrofi sono inoltre presenti numerosi altri impianti (Ostellato, Migliarino, Tresignana, solo considerando la zona a Nord Est e a Est del territorio comunale). L’impianto occuperà una superficie di circa 14 Ha di terreno agricolo, terreno fertile attualmente e continuativamente coltivato nel tempo.
Il consumo di suolo sarà rilevante: piazzali asfaltati, vasche di stoccaggio, invaso etc, occuperanno i 2/3 di questa superficie e i 4 digestori avranno un’altezza di 9 metri fuori terra, e le cupole raggiungeranno i 20m, altezza molto superiore a quella dei capannoni del centro artigianale attiguo. Anche la realizzazione delle rotatorie funzionali all’impianto saranno un ulteriore fattore di trasformazione irreversibile. (6)
Il territorio : L’impianto è previsto nel territorio dell’ex Circoscrizione 4 (Est/Nord Est della città). Le disponibilità delle biomasse agricole e i carichi di traffico, comprendenti anche l’arrivo di prodotti da altre Province e altre Regioni, come è detto anche nel progetto, riguarderanno prevalentemente questa porzione di territorio comunale. Territorio che ha 34. 704 abitanti e una densità di popolazione inferiore solo a quella di Via Bologna. Sono numerose le frazioni e i borghi, e 4.048 persone, 1755 famiglie vivono in case sparse, che connotano in modo particolare questa zona rurale. La superficie di questa “circoscrizione” e di 13.674 ha. Per rispettare le distanze previste dal progetto per il conferimento delle biomasse, e a giustificazione dei principi dell’economia circolare, quasi la metà di questi dovrebbero essere coltivati a mais! Modificazioni climatiche, emergenza idrica e vocazioni diverse nelle produzioni agricole già presenti, rendono difficile garantire un approvvigionamento locale delle biomasse.(7)
Il traffico indotto :La valutazione sulla incidenza del traffico dovuto all’impianto è basata sui dati di progetto presentati dalla Società ApisFe1: 13.780 viaggi a/r all’anno per un totale di 358.341 km. I pareri espressi dai Servizi tecnici sull’incidenza dei passaggi orari dei mezzi diretti all’impianto, 1/2 passaggi all’ora/ direzione, 3 passaggi nei periodi di punta, non sono
comprensibili, non è dato conoscere i criteri sulla base dei quali sono stati calcolati.
La stessa ApisFE1 non nega l’esistenza della problematica legata al traffico.
Non c’è certezza dei percorsi, perché nel progetto sono stati identificati a partire dalle sedi legali delle ditte “contoterziste”, né dei mezzi che verranno utilizzati.
Trattori con dumper, trattori con autobotte, trattori con carro compattatore insieme a camion
con rimorchio sono i mezzi dichiarati ed è evidente che oltre alla quantità del traffico èindispensabile anche una valutazione qualitativa per misurarne in modo più efficace l’incidenza sulla rete viaria esistente e le ricadute in termini di inquinamento.
E’ certo che una parte consistente dei conferimenti arriverà da fuori Provincia e fuori Regione con percorrenze anche superiori ai 70 km.(8)
Le emissioni in atmosfera :Si conoscono i valori, allarmanti, delle emissioni in atmosfera,
autorizzati da Arpae con l’Autorizzazione Unica Ambientale. Nello stesso Atto non è prevista
l’autorizzazione all’utilizzo agronomico del digestato, perché non richiesto da Apis. Al momento dell’entrata in esercizio dell’impianto dovrà essere richiesta una modifica sostanziale
dell’Autorizzazione, o per l’uso agronomico o per la produzione di compost.
Le autorizzazioni : L’impianto è stato autorizzato con Autorizzazione Unica di Arpae Ferrara il 10 novembre 2022, così come, con atto separato, è stato autorizzato alla stessa data anche il
metanodotto di collegamento alla rete Snam. Alla scadenza del termine previsto per l’inizio lavori di un anno, Arpae ha concesso il nuovo termine a marzo 2026, su richiesta di Apis e d’ufficio per il metanodotto.

Bondeno

Centrale a Biogas sorta nel 2010 e formata da 4 centrali da un MWh , costruita in prossimità di
diverse abitazioni e comunque non lontano dal centro del paese.
La centrale e’ stata costruita speculando sui materiali e sulle tecnologie e quindi e’ nata con notevoli problematiche, per esempio le vasche di raccolta del percolato presentano delle crepe enormi, attraverso le quali il percolato stesso fuoriesce sul terreno e raggiunge la falda. E’ stata sbagliata la pendenza delle fognature, per cui il percolato ristagna provocando odori nauseabondi.
Non e’ asservita a nessun fondo e a nessuna industria per la lavorazione di prodotti agricoli, sottrae quindi terreni all’agricoltura per essere alimentata e di conseguenza non rispetta il criterio di economia circolare che e’ lo scopo principale per il quale dovrebbero essere costruite queste centrali
Dovrebbe utilizzare solo trinciato di mais e triticale e liquami di suino come attivatore, ma spesso si sentono odori di cipolla e di pollina, nonostante sia stato vietato l’utilizzo di questi prodotti.
Queste centrali creano problematiche di inquinamento molto gravi legate alla fuoriuscita di CO2 e di formaldeide dalle torce dei digestori. Torce che dovrebbero accendersi raramente, ma che nel caso di Bondeno, sono invece spesso accese a causa di malfunzionamenti.
Ci sono state grosse problematiche anche nella gestione del digestato, che hanno coinvolto altri
comuni: a Mirabello sono stati utilizzati parecchi ettari di terreno dove il digestato non e’ stato
interrato e quindi sono stati rilasciati nell’aria azoto e ammoniaca in notevole quantita’, a Casaglia, nel comune di Ferrara, il digestato e’ fuoriuscito dalle vasche di raccolta ed e’ finito nelle scoline utilizzate per l’irrigazione.
In tutti questi anni, abbiamo dovuto convivere con i cattivi odori che fuoriescono da questa centrale, odori che sono stati rilevati anche dai nasi elettronici installati da Arpae su nostra richiesta.
La stessa Arpae ha suggerito alle istituzioni locali di indire una tavola rotonda per discutere di
questa problematica, ma ne’ il sindaco ne’ tantomeno l’assessore all’ambiente, si sono mossi in tal senso.

Copparo

Nell’area adiacente alla discarica è in costruzione , in un’area di circa 11.000 ha, il nuovo impianto di compostaggio e produzione biometano. Si prevede la realizzazione di una rotatoria, che verrà collocata in prossimità dell’ingresso al nuovo polo, nell’intersezione tra via Gran Linea (SP16) e via Salmastri (SP 44), nel comune di Copparo e al confine con il comune di Jolanda di Savoia, al fine di regolamentare il flusso veicolare e permettere l’immissione ed uscita in sicurezza dei mezzi pesanti sulla via Gran Linea.
L’impianto in progetto prevede due linee di processo principali produttive, che avranno luogo in due aree funzionali principali, quali:

  1. biodigestione anaerobica per il trattamento di matrici organiche da raccolta differenziata,
    verde e fanghi civili, con produzione di biogas;
  2. sistema di trattamento aerobico per la produzione di compost di qualità (ammendante per
    agricoltura ex Dlgs 75/2010) dal trattamento del rifiuto verde.
    L’impianto in oggetto costituisce la realizzazione di un sistema integrato per il trattamento delle matrici organiche da rifiuti solidi urbani, provenienti sia da raccolta differenziata (FORSU), verde da sfalci e potature (VERDE).
    La componente organica che si prevede è di 24000 t/a con una capacità di trattamento di 58927 t/a il materiale in ingresso è FORSU 37967 e verde 17161
    L’impianto occuperà circa 5 ettari i rimanenti saranno destinato ad un impianto di trattamento rifiuti soggetto a nuova AUA . La contiguità con la discarica , il digestore, il futuro impianto , l’acquisto di 10 ettari di terreno per riaprire la discarica chiusa nel 2023 individuano un volontà politica di
  3. trasformare quel territorio nel polo industriale di trattamento di ogni rifiuto-
  4. Le richieste dei comitati
  5. Pianificazione degli impianti: evitare un accumulo di impianti in zone circoscritte
  6. Non approvare nuovi impianti in provincia di Ferrara quelli presenti manifestano
    un’impronta ecologica già al limite
  7. Non autorizzare la trasformazione di biogas in biometano evitando la costruzione di nuove
    infrastrutture di distribuzione. Ri naturalizzare i siti come previsto dalle AUA
  8. Non autorizzare gli impianti ai quali scade l’AUA .L’unica deroga per gli impianti legati alle
    aziende agrarie e di piccole dimensioni
  9. Considerare il digestato un rifiuto industriale e inviarlo agli impianti di depurazione prima
    della distribuzione nel terreno. Prevedere l’ analisi chimica del digestato che deve essere
    congruente con il piano di concimazione che l’azienda deve obbligatoriamente elaborare.
  10. Il digestato palabile mescolato con materiale cellulosico deve essere sottoposto a trattamento
    aerobico per almeno 120 giorni per consentire la sua trasformazione in compost e verificare
    chimicamente la presenza di acidi umici e fulvici.
  11. Verificare nel digestato sia liquidi che palabile la presenza di salmonelle , botulino e
    sottoporlo ad un processo di pastorizzazione
  12. Verificare nel digestato palabile e non la presenza di pesticidi (Pfas e Glifosate ) e di metalli
    pesanti.
  13. Nelle eventuali autorizzazioni richiede obbligatoriamente il PRA (Programma di
    Riconversione o Ammodernamento dell’attività agricola (PRA), quale strumento finalizzato
    alla dimostrazione dell’esigenza di interventi di nuova costruzione di fabbricati produttivi
    per le aziende agricole, ivi compresi gli ampliamenti dei fabbricati esistenti.)
    10.Nel caso di nuove autorizzazione , o di rinnovo prevedere attività di coinvolgimento della
    popolazione e obbligatoriamente prevedere la partecipazione nella conferenza dei servizi di
    una rappresentanza del comitato provinciale o locale
  14. E’ possibile, invece, individuare un’altra strada: si può ragionare di impianti di piccole
    dimensioni, alimentato da matrici corrette, che non producano né biometano né digestato, ma
    compost, che si riferiscano ad una logica di prossimità territoriale e riescano quindi a superare le criticità relative all’inquinamento e alla situazione odorigena. Parliamo della possibilità di costruire impianti di compostaggio aerobico di piccole dimensioni o di comunità, questi sì che potrebbero essere opportunamente incentivati, e che si muovono entro l’impostazione dell’economia circolare, per cui si ricicla la materia e si utilizzano fonti realmente rinnovabili

Appendice 1 Digestori in provincia di Ferrara (fonte ARPAE
Nome Indirizzo Paese
FATTORIA SAN ROCCO VIA MONTIRONE SANT AGATA
SAN MARCO BIOENERGIA VIA VAL D’ALBERO 73 ARGENTA
126 AZ. AGR. MENARINI
GIANLUCA

VIA CA’ NOVA ARGENTA
VITTORIA BIOENERGIA STRADA COMUNALE ARGENTA
AGRI ENERGIE S.R.L. VIA NAZIONALE PONENTE ARGENTA
AZ. AGR. MANARESI TAMARA

VIA DOSSO CAVALLINA ARGENTA
VALANDRO FLAVIO VIA ARGINE CIRCONDARIO ARGENTA
SOC. AGR. MINGHINI S.S VIA CASCINE, 23 ARGENTA
SOC. AGR. FUTURA VIA BELLARIA, 226 BERRA
ENERGY UNO S.R.L.

VIA EDGARDO ROSSARO
VIA A. OSTI, 2

BONDENO

ENERGY QUATTRO

VIA EDGARDO ROSSARO
VIA A. OSTI, 2 ATTIVO BONDENO

ENERGY TRE S.R.L.A

VIA EDGARDO ROSSARO
VIA A. OSTI, 2 ATTIVO BONDENO
SOC. AGR. CASCONE S.S VIA PIRETTA ROVERE, 461 BONDENO

ENERGY DUE S.R.L. VIA EDGARDO ROSSARO
VIA A. OSTI, 2 ATTIVO

BONDENO
SOC. AGR. LEONA SS STRADA FOSCARI, 2 CODIGORO
AZ. AGR. TAGLIATA E CORBA VIA CORBE CODIGORO
SOC. COOP. AGR. CONSERVE
ITALIA –STABILIMENTO
CODIGORO

VIA DELLA COOPERAZIONE,
5 CODIGORO

SOC. AGR. AZIENDA
COLTIVAMA S.S.

STRADA PODERALE
BELFIORE

COMACCHIO

IMPIANTO A BIOGAS DI
COMACCHIO 1
IMPIANTO A BIOGAS DI
COMACCHIO 2
SOC. AGR. BAURA BIOGAS
A.R.L

VIA ZAMBONI FERRARA

SOC. AGR. VALGRANDE BIOGAS
A R.L.

VIA PALMIRANO FERRARA

SOC. AGR. PASCOLONE S.R.L

VIA PASCOLONE

FERRARA

SOC. AGR. FORMIGNANA
BIOGAS A.R.L.

VIA TRAVERSA PRIVATA
PONTE D’ASSE FORMIGNANA

Nome Indirizzo Paese
AZ. AGR. IMMOBILIARE DANTE
S.P.A.

STRADA COLOMBANA
NUVOLA TRAV 4

IOLANDA DI
SAVOIA

AGRICOLA 2000 S.S. DI
COLOMBANI LUCA

VIA SANTA CECILIA MASI TORELLO

150 FRI-EL EUGANEA S.R.

VIA PODERALE SAN
GIOVANNI

OSTELLATO
AZ. AGR. IL BUE S.R.L VIA PODERALE TREBBA, 1 OSTELLATO
CO.PRO.B S.C.A VIA LIDI FERRARESI, 50 OSTELLATO
SOC. AGR. AGRIFERRARESE

STRADA RANGONA
GATTOLA, 7

OSTELLATO

AZ. AGR. FONDAZIONE DOTT.
CARLO FORNASINI

VIA CANTONE POGGIO RENATICO

MAIERO ENERGIA S.A.R.L

STRADA ESTERNA
PAGLIONI

PORTOMAGGIORE

GAIA BEET PULP ENERGY S.R.L. VIA COPPARO, 1 RO
SOC. AGR. GALASTENA
ENERGY S.R.L.

VIA COPPARO, 3 RO
Soc. Agr. CA’ BIANCHINA Via Frattina, 23 VIGARANO
MAINARDA

Soc. Agr. PALMIRANO BIOGAS
s.r.l Via Cattaneo VOGHIERA
Soc. Agr. CONTRAPO BIOGAS a.r.l Via Cattaneo VOGHIERA
Soc. Agr. CALDOGNO BIOGAS
a.r.l

Via San Vitale FISCAGLIA
Impianto a biogas di FISCAGLIA FISCAGLIA

Progetto di ricerca del comitato provinciale e richieste ad ARPAE Ferrara

  1. conoscere con precisione il numero degli impianti nella Provincia, la loro localizzazione (se
    in deroga alle distanze dalle abitazioni, etc) quanti impianti agricoli o di trattamento rifiuti
    organici, le loro dimensioni, la data di inizio attività e di conseguenza la data di scadenza dei
    finanziamenti. Quest’ultima è fondamentale soprattutto in previsione della scadenza delle
    prime autorizzazioni. La possibilità di accedere agli incentivi PNRR per la riconversione
    degli impianti biogas potrebbe portare ad un cambiamento significativo degli scenari nel
    nostro territorio.
  2. Conoscere approfonditamente le Autorizzazioni, fino al 2015 rilasciate dai Comuni e dalla
    Provincia ed ora da Arpae, per avere informazioni sulle matrici utilizzate, sulla loro
    provenienza, sulle modifiche ottenute dagli impianti nel corso del tempo
  3. Confronto fra le autorizzazioni per ricavare dati in ordine alla gestione dei diversi
    procedimenti
  4. Verificare il rispetto delle AUA e le normative, se sono stati rispettati i criteri riguardanti il
    coinvolgimento di tutti i soggetti interessati (Comuni limitrofi, Comitati di cittadini,
    portatori di interessi..), la localizzazione degli impianti, le distanze di provenienza delle
    biomasse, la disponibilità nel tempo dei terreni sia per le forniture che per lo spandimento
    del digestato.
  5. Avere dati complessivi e fra loro correlati delle problematiche legate agli impianti a livello
    territoriale, o chiederli di diritto a chi ha responsabilità di gestione del territorio, può
    consentire ad un futuro coordinamento di assumere il ruolo di interlocutore autorevole in
    aiuto alle singole realtà oltre ad un ruolo importante di portatore di interessi diffusi di tutela
    della salute e dell’ambiente.

Bibliografia/sitografia

  1. Analisi energetica, ambientale ed economica di impianti a biogas in Provincia di
    Bolzano
  2. Analisi di fattibilità economica di un impianto a biogas con la teoria delle opzioni reali
    tesi di laurea laureando: fouepi patricia relatore: prof. michele moretto facoltà di scienze
    statistiche anno accademico 2009-2010
  3. andrea poggio biometabo perhè non è interessante per le auto –nuova ecologia
  4. dati assogasmetano
  5. autorizzazione unica alla realizzazione e all’esercizio dell’impianto per la produzione di
    biometano arpae servizio autorizzazioni e concessioni di Ferrara
  6. apisfe1 – rapporto ambientale
  7. comune di ferrara annuario statistico demografico 2019
  8. apisfe1piano di gestione aziendale – stima del traffico indotto
  9. il biogas in agricoltura, prospettive e limiti di roberto balestri
    10.Per saperne di più su biomasse e biogas comitato biogas manziana
    11.Il trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani (forsu) (isde)
    12.biometano agricolo: è necessaria una svolta, consorzio monviso agroenergia

13.https://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/sistemi-produttivi/impianti-di-produzione-
di-energia/impianti-a-biomasse/gli-impatti-degli-impianti

14.https://www.nonsoloambiente.it/2020/01/28/il-biogas-e-le-comunita-dellenergia-litalia-
e-quarta-al-mondo/

15.https://www.nonsoloambiente.it/2020/01/28/il-biogas-e-le-comunita-dellenergia-litalia-
e-quarta-al-mondo/

16.https://www.qualenergia.it/articoli/biometano-grandi-potenzialita-italia-tanti-ostacoli-

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https://www.arvaia.it/2024/01/24/roma-1-2-3-marzo-2024-citta-dellaltra-economia/

Roma 1-2-3 Marzo 2024

Città dell’Altra Economia

Conferenza Contadina per la Convergenza Agroecologica e Sociale

Cosa
Una grande Conferenza Contadina in dialogo coi movimenti sociali.

Un’occasione di confronto per la difesa, la diffusione e il rafforzamento di alternative contadine e agroecologiche alla filiera del cibo industriale.

Un dialogo tra realtà rurali, associazioni, esperienze di economia solidale, di movimenti per l’ambiente, per la giustizia sociale e per la difesa della salute.

Quando
Da venerdì 1 a domenica 3 marzo 2024

Dove
A Roma presso la Città dell’Altra Economia in largo Dino Frisullo

Chi
Siamo contadine, attivisti, ricercatrici, abitanti delle città e delle zone rurali.

Siamo il “Collettivo per una Convergenza Agroecologica e Sociale” nato nella primavera 2023 sull’esperienza della manifestazione “Convergere per insorgere” di Bologna del 22/10/2022.

Perché
Perché ci serve creare una voce collettiva forte e indipendente.Perché l’attuale sistema agroindustriale del cibo è causa di cambiamento climatico, distruzione dei territori, soppressione dell’agricoltura contadina, sfruttamento di lavoratrici e lavoratori, mancanza di reddito, scomparsa di una prospettiva di vita sana e socialità.

Per far emergere, sostenere e rafforzare le alternative basate sull’agroecologia e sulla sovranità alimentare.

Per difendere l’agricoltura contadina, per tutelare i territori e la salute, per realizzare una radicale trasformazione del sistema alimentare.

Roma 1-2-3 Marzo 2024

Città dell’Altra Economia

Conferenza Contadina per la Convergenza Agroecologica e Sociale

Cosa
Una grande Conferenza Contadina in dialogo coi movimenti sociali.

Un’occasione di confronto per la difesa, la diffusione e il rafforzamento di alternative contadine e agroecologiche alla filiera del cibo industriale.

Un dialogo tra realtà rurali, associazioni, esperienze di economia solidale, di movimenti per l’ambiente, per la giustizia sociale e per la difesa della salute.

Quando
Da venerdì 1 a domenica 3 marzo 2024

Dove
A Roma presso la Città dell’Altra Economia in largo Dino Frisullo

Chi
Siamo contadine, attivisti, ricercatrici, abitanti delle città e delle zone rurali.

Siamo il “Collettivo per una Convergenza Agroecologica e Sociale” nato nella primavera 2023 sull’esperienza della manifestazione “Convergere per insorgere” di Bologna del 22/10/2022.

Perché
Perché ci serve creare una voce collettiva forte e indipendente.

Perché l’attuale sistema agroindustriale del cibo è causa di cambiamento climatico, distruzione dei territori, soppressione dell’agricoltura contadina, sfruttamento di lavoratrici e lavoratori, mancanza di reddito, scomparsa di una prospettiva di vita sana e socialità.

Per far emergere, sostenere e rafforzare le alternative basate sull’agroecologia e sulla sovranità alimentare.

Per difendere l’agricoltura contadina, per tutelare i territori e la salute, per realizzare una radicale trasformazione del sistema alimentare.

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“Biogas, il Comune non ha occultato i documenti”

L’assessore all’ambiente di Vigarano, Francesca Lambertini, respinge le accuse sulle modifiche alla centrale a biogas, sottolineando la trasparenza delle procedure e il rispetto delle regole. L’autorizzazione è stata negata e la centrale può operare solo con trinciato di mais e sorgo. Il Difensore Civico ha respinto le lamentele di Marco Falciano.

"Biogas, il Comune non ha occultato i documenti"

“Biogas, il Comune non ha occultato i documenti”

“Il respingimento della domanda fatta da Ca’ Bianchina è frutto del lavoro scrupoloso fatto dagli organi preposti. Ognuno per la sua competenza. Non c’è nessun primo della classe e nessuno che copia ed è sempre apprezzato il lavoro di tutti”. L’assessore all’ambiente del comune di Vigarano Francesca Lambertini fa chiarezza sulla vicenda della richiesta di modifica dell’autorizzazione della centrale a biogas di Via Frattina e sugli attacchi ricevuti da Marco Falciano a nome del Gruppo Informale per la tutela della salute e del territorio. E aggiunge: “Non c’è nessun oscuro progetto di occultare documenti ma semplicemente un doveroso lavoro che rispetta regole a salvaguardia degli interessi di tutti”. La limpidezza degli atti e delle procedure: “I documenti sono stati dati a tutti quelli che ne hanno fatto richiesta e ne avevano diritto – sottolinea l’assessore – e ciò è dimostrato proprio dal fatto che una volta sistemata la richiesta poi sono stati dati anche a Falciano”. La procedura si è conclusa con un diniego: “Arpae, che è l’organo deputato al rilascio o alla modifica dell’autorizzazione – spiega la Lambertini – ha respinto la richiesta. Quindi ad oggi la centrale a biogas può lavorare solo con trinciato di mais e sorgo esattamente come era stata autorizzata”. L’azienda aveva richiesto per ben tre volte la modifica: nel settembre 2022, in marzo 2023 e in giugno 2023. “Proprio da questo iter lungo che si è concluso con il ‘no’ – fa notare la Lambertini – dimostra che il Comune si occupa con scrupolo delle problematiche ambientali”. E ancora: “E’ necessario chiarire che il Difensore Civico dell’Emilia Romagna, il 4 gennaio scorso, ha risposto molto chiaramente alle doglianze Falciano: ’In virtù di quanto sopra, il Difensore civico – si legge – rigetta il riesame ritenendo che l’accesso all’ulteriore documentazione richiesta necessiti di una motivazione idonea a dimostrare l’interesse diretto’”

“Biogas, il Comune non ha occultato i documenti” (ilrestodelcarlino.it)

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Guerra di carte sull’impianto biogas: “Finalmente abbiamo i documenti”

Vigarano, nonostante il no del sindaco a concedere gli atti, il comitato ha ottenuto progetti e studi

Guerra di carte sull’impianto biogas: "Finalmente abbiamo i documenti"

Guerra di carte sull’impianto biogas: “Finalmente abbiamo i documenti”

Attacchi e fatti. Su ‘Ca Bianchina’ continua il braccio di ferro tra il Gruppo Informale per la tutela della salute e del territorio, composto da cittadini rappresentati da Marco Falciano e il sindaco Davide Bergamini. Avevano lamentato la mancata consegna di un accesso agli atti. Ma adesso c’è una conferma che arriva dal gruppo e si fa novità: ” L’attacco immotivatamente aspro del sindaco nei confronti di Falciano si è rivelato del tutto privo di fondamento – annunciano – in quanto, già all’indomani dell’attacco di Bergamini, il Suap di Vigarano, ovvero l’ufficio competente del Municipio, ha provveduto ad accogliere la legittima istanza del Gruppo Informale, che ha così ottenuto la documentazione completa”. Il primo cittadino infatti, aveva accusato l’ecogiurista Falciano di “non rappresentare nessuno” e di “non avere alcun titolo per ottenere la documentazione”, motivi per i quali in prima battuta ha negato l’accesso documentale. L’oggetto della richiesta agli atti erano le osservazioni sottoscritte dall’assessore all’ambiente Francesca Lambertini in merito al procedimento di modifica sostanziale dell’Autorizzazione unica ambientale. Il Gruppo Informale vuole evitare l’aumento dell’impatto ambientale dell’attività. In poche parole, là dove non è arrivata la presa di posizione del sindaco, è intervenuto l’ufficio per rispondere alla richiesta del gruppo di cittadini garantendo così “il diritto di accesso e trasparenza della pubblica amministrazione”. Da qui una considerazione del gruppo: “Le nostre osservazioni – spiegano – redatte in un documento di 14 pagine inviato per conoscenza al Comune di Vigarano, ben sette giorni prima che l’ente formulasse le proprie, hanno un contenuto molto simile a quelle dell’ assessore all’ambiente Lambertini”.

BIOMETANO.

La referente Sandra Travagli; “Crediamo che sia un nostro diritto essere rispettati e tutelati dall’amministrazione comunale”.

https://www.estense.com/2024/1058094/no-biogas-una-valutazione-ex-ante-per-rendere-piu-consapevoli-i-cittadini/

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MEPS degrada il metano 100 milioni di volte più velocemente della natura

La nuova tecnologia promette di affrontare le emissioni di metano da attività umane, come allevamento e produzione di gas naturale, riducendo significativamente l’impatto climatico.

20 Dicembre 2023

Gianluca RiccioGianluca Riccio

ZH-CN EN FR DE IT JA PT RU ES

Arriva un’innovazione nel campo della chimica atmosferica, con una scoperta che potrebbe segnare una svolta nella lotta contro il riscaldamento globale. Ricercatori dell’Università di Copenhagen hanno sviluppato un sistema chiamato Methane Eradication Photochemical System (MEPS), che può accelerare drasticamente la decomposizione del metano, gas serra estremamente potente, riducendo il suo impatto sull’ambiente.

La tecnologia, che combina cloro e luce ultravioletta, rappresenta una speranza concreta nella riduzione degli effetti dei cambiamenti climatici. Ve ne parlo meglio più avanti, però: intanto accendiamo un faro sul “villain” di questa storia, il metano.

Metano: una sfida ambientale

Il metano è un gas serra particolarmente potente, che contribuisce significativamente al riscaldamento globale. Viene sia da fonti naturali come le zone umide, sia da attività umane quali la produzione di cibo, il trattamento delle acque reflue e la produzione di gas naturale.

Una volta rilasciato nell’atmosfera, impiega fino a 12 anni per decomporsi naturalmente in anidride carbonica. Tuttavia, nel corso di 25 anni, l’impatto climatico del metano è 85 volte peggiore di quello della CO2.

L’articolo prosegue dopo i link correlati

L’Artico sarà privo di ghiaccio entro il 2030: il grido d’allarme della scienza

Clima, l’ultimo report delle Nazioni Unite è una guida alla sopravvivenza

Metano
Il dispositivo sperimentale MEPS

MEPS: una rivoluzione tecnologica

Il MEPS rappresenta una soluzione innovativa dalle straordinarie potenzialità. Come detto, attraverso l’utilizzo di cloro e luce UV il sistema innesca una reazione a catena che decompone il metano in modo molto più rapido rispetto ai processi naturali. “Di solito si decompone a un ritmo lento perché non reagisce facilmente con altri elementi nell’atmosfera,” spiega Matthew Stanley Johnson, professore di chimica atmosferica all’università.

Con l’aiuto della luce e del cloro, tuttavia, possiamo innescare una reazione e scomporre il metano circa 100 milioni di volte più velocemente.

Come funziona il MEPS

Nel MEPS, il metano viene raccolto in una camera di reazione, dove vengono introdotte molecole di cloro. Successivamente, la luce UV viene utilizzata per dividere il cloro in atomi altamente reattivi.

Questi atomi di cloro strappano gli atomi di idrogeno dal metano per formare acido cloridrico (HCl), che può essere catturato e riciclato. Il metano si decompone quindi in anidride carbonica (CO2), monossido di carbonio (CO) e idrogeno (H2), esattamente come avviene in natura, ma a una velocità molto più elevata.

Metano
Il meccanismo di funzionamento.

Quanto?

La ricerca ha dimostrato che questo approccio può degradare il 58% del metano presente nell’aria, con ulteriori miglioramenti che hanno portato a una pulizia dell’88% del metano nella camera. Il prossimo obiettivo del team è scalare la tecnologia per adattarla a un container di 13 metri, che potrebbe essere collegato a un sistema di ventilazione in un allevamento, dove si produce molto metano.

Le fattorie odierne sono strutture ad alta tecnologia dove già si rimuove l’ammoniaca dall’aria. Quindi, rimuovere il metano attraverso sistemi di purificazione dell’aria esistenti è una soluzione ovvia.Matthew Stanley Johnson

Tecnologia “anti metano”: prospettive future e impatto ambientale

I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Environmental Research Letters (ve li linko qui), hanno già portato alla creazione di una nuova azienda, Ambient Carbon, che mira a rendere questa tecnologia disponibile su larga scala. La promessa di MEPS è quella di un cambiamento significativo nel modo in cui possiamo affrontare le sfide ambientali.

La lotta contro il riscaldamento globale richiede soluzioni innovative e audaci, e il MEPS sembra essere esattamente ciò di cui il nostro pianeta ha bisogno.

Tags: metanoriscaldamento globale

FP sul Fatto Quotidiano

Alberto Robiati e Gianluca Riccio guidano i lettori attraverso scenari del futuro: le opportunità, i rischi e le possibilità che abbiamo di realizzare il domani possibile.

Per inviare articoli, divulgare gli esiti di una ricerca o di scoperte scientifiche scrivi in redazioneARCHIVIO >

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Continua sul link sotto:

MEPS degrada il metano 100 milioni di volte più velocemente della natura (futuroprossimo.it)

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Discariche abusive a Finale Emilia (MO)

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Sequestri per 56mila euro

Inquinamento ambientale, sette misure cautelari

Inquinamento ambientale, sette misure cautelari

Inchiesta di Finanza, carabinieri sul traffico illecito di rifiuti. Operazioni a Ferrara, Modena, Bologna, Reggio Emilia e Rovigo. Scoperte due discariche a cielo aperto, ma non nella nostra provincia

Bondeno  Inquinamento ambientale e attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Questi sono i capi d’accusa alla base delle sette misure cautelari personali e reali eseguite dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Modena, dal Nucleo Investigativo Polizia Ambientale Agroalimentare Forestale dei Carabinieri di Modena e dalla Stazione territoriale dell’Arma di Anzola dell’Emilia, che hanno interessato le province di Modena, Bologna, Reggio Emilia, Ferrara e Rovigo. Per quel che riguarda la nostra provincia, gli inquirenti hanno messo ai domiciliari due persone residenti nel Bondenese, ma per reati contestati nelle altre province
sequestri riguardano 11 immobili, tra terreni adibiti a luogo di stoccaggio e interramento dei rifiuti e fabbricati, 8 mezzi di trasporto utilizzati per lo spostamento della merce, nonché il sequestro preventivo per equivalente di oltre 56.000 euro, quale profitto del reato, al momento limitato nella quantificazione ai soli carichi illeciti fermati

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip  del Tribunale di Bologna, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, Flavio Lazzarini – Sostituto Procuratore, a carico di imprenditori e titolari di aziende operanti nel settore della gestione dei rifiuti e dell’autotrasporto. Nello specifico sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di due persone, l’obbligo di dimora nei confronti di una e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a carico di altre quattro.
L’operazione è l’epilogo di una complessa e articolata indagine, coordinata dalla DDA di Bologna, riguardante l’attività illecita, svolta nel territorio al confine tra le citate province, realizzata dagli indagati in prima persona ovvero attraverso società a loro direttamente o indirettamente riconducibili. In sintesi, gli stessi, con una pluralità di operazioni continuative e sistematiche, a partire dai primi mesi del 2019, al fine di conseguire ingiusti profitti anche consistenti nella riduzione dei costi per i produttori e primi conferitori dei rifiuti, hanno gestito, senza alcuna autorizzazione che ne legittimasse la specifica operatività, un’attività organizzata che garantiva tutte le fasi dell’illecito smaltimento, dalla raccolta al trasporto, dallo stoccaggio fino all’interramento…..Continua:https://www.lanuovaferrara.it/ferrara/cronaca/2023/12/16/news/inquinamento-ambientale-sette-misure-cautelari-1.100440873

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